La morte del soldato (un’immagine dеll’infanzia) “Riposate, disse il caporale, Forse neanche noi torneremo più a casa. Marvezzi scoprì come scolpire il sasso con le unghie.” “Marvezzi, tuonarono i soldati, che ti sia lieve la terra, Marvezzi. Oggi tua moglie pesa più dell’erba secca sotto i piedi...” Come morivano, e in aprile! La partia regalò loro capotti di lana e morte. L’altro soldato taceva. | Смртта на војникот (слика од детството) „Одморете се, рече капларот. Можеби и ние не ќе се вратиме повеќе дома. Марвеци дозна како се копа со нокти во каменот.“ „Марвеци, викнаа војниците, нека ти е лесна земјата, Марвеци. Денеска жената повеќе тежи од пресушената трева под нозете…“ Како си умираа во април! Татковината им подари волнени палта и смрт. Вториот војник молчеше. |
Jovan Koteski (1932-2001) – poeta e giornalista macedone, appartenente alla cosidetta terza generazione di letterati macedoni (asseime a Petre M. Andreevski, Zhivko Chingo, Bogomil Gjuzel, ecc.).
Koteski, nato a Prisovjani, paese vicino a Struga, aveva un’infanzia segnata dall’assenza del padre, partito per lavorare in Slovachia. Fin da piccolo si dedicò alle lettere, e nel corso della vita pubblicò numerose raccolte di poesia che gli portarono diversi premi. Ebbe la possibilità di lavorare per la radio e di viaggiare in Francia, Italia, Polonia, Rumenia e Ungheria. Quando suo padre fu rinchiuso in carcere, nel 1948, a causa del possesso di una fotografia di Tito, Jovan fu arrestato e messo sotto sorveglianza da parte della polizia segreta del regime comunista. Questa sorveglianza durò per 42 anni e culminò con la reclusione – Koteski passò due anni in carcere, come prigioniero politico, accusato di aver cospirato l’indipendenza di Macedonia.
Koteski, nato a Prisovjani, paese vicino a Struga, aveva un’infanzia segnata dall’assenza del padre, partito per lavorare in Slovachia. Fin da piccolo si dedicò alle lettere, e nel corso della vita pubblicò numerose raccolte di poesia che gli portarono diversi premi. Ebbe la possibilità di lavorare per la radio e di viaggiare in Francia, Italia, Polonia, Rumenia e Ungheria. Quando suo padre fu rinchiuso in carcere, nel 1948, a causa del possesso di una fotografia di Tito, Jovan fu arrestato e messo sotto sorveglianza da parte della polizia segreta del regime comunista. Questa sorveglianza durò per 42 anni e culminò con la reclusione – Koteski passò due anni in carcere, come prigioniero politico, accusato di aver cospirato l’indipendenza di Macedonia.