Figli della fame ...Non ho nulla... son figlio della fame: per il mondo, impresso sul corpo, porto il suo marchio. Neppure occhi ho: gli sguardi mi gelano la ragione, la mia bocca – caverna rimbomba orridi strilli. Disprezzo e scherno è quel che mi serba il mondo e un silenzio amorfo di natura, di terra e di cielo. Dov’è l’errore?... L’unica mia meta errare il mondo per un pezzo di pane nero. Il mio odio è frutto della mia veglia, la mia pazienza cela l’orrore della forza. | Синови глади ...Ничег немам... син сам глади: кроз свет, на телу свом, носим њен жиг. Ни очи немам: погледи ми разум леде, а уста јазбина за по који језиви крик. Презрење и смех награда ми је од света и аморфно ћутање природе, земље и неба. О зашто то?... О мени је само мета скитња и свет и комад суха хлеба. Мржња моја плод је мојег бдења, стрпљење моје крије ужас моћи. |
Kosta Solev Racin (1908-1943) – nato a Veles, uno dei pochi poeti macedoni cui celebrità ha raggiunto dimensioni mitiche. Nasce in una famiglia povera, abbandona il ginnasio per aiutare suo padre (vasaio). Legge molto, si affascina del marxismo. Nel 1939 a Zagabria pubblica “Albe candide” che descrive il travaglio e la rivolta del proletariato. La raccolta di poesie sarà proibita, ma goderà per sempre un successo clamoroso.
Kosta Solev ha aggiunto il secondo cognome prendendo il nome della donna amata (Raca) con la quale, si crede, non aveva mai scambiato una parola, e a cui ha dedicato numerose lettere e poesie (a volte firmate con la sangue del poeta). Quando prese il suo nome, lui ebbe 20 anni, e lei 17. Lei è morta all’età di 92 anni, sposata con un altro uomo.
Kosta Solev ha aggiunto il secondo cognome prendendo il nome della donna amata (Raca) con la quale, si crede, non aveva mai scambiato una parola, e a cui ha dedicato numerose lettere e poesie (a volte firmate con la sangue del poeta). Quando prese il suo nome, lui ebbe 20 anni, e lei 17. Lei è morta all’età di 92 anni, sposata con un altro uomo.